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Via per cannizzaro

  • lorenzopriorepsico
  • 1 gen 2005
  • Tempo di lettura: 1 min

Era come tagliare l’estate, entrare nel solco aspro dei campi ombra a cadenza leggera nell’aria fùmida delle zolle, degli ulivi neri abbarbicati nel sole, delle vigna salmastre, tra muretti di lava e antiche arsure d’acque. Era come arrotolarsi Nel grembo caldo delle stoppie arse, nel ronzio giallo e radente dei calabroni dorati, nel vociare lontano dei casolari, nuda e solitaria sponda tra polvere e mare. Era via per Cannizzaro l’eco fresco del tempo, delle perdute campagne, delle marine scure travagliate fatiche di vulcani; era come addentrarsi nel sentiero selvaggio della giovinezza e lungamente illudersi che dentro ai suoi tornanti ci fosse l’odore giusto della vita. Sezione 1 a tema fissi: 2° Classificato Consoli Carmelo Firenze

 
 
 

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