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Notturno

  • lorenzopriorepsico
  • 17 ott 2013
  • Tempo di lettura: 1 min

Notturno Notte alla pieve. Cerco le tue gambe bianche di luna. Posso toccarti ma non capirti. Che cosa perdiamo quando ci innamoriamo? Non andare, non negare, posa la cesta. Appena sciogli i capelli, sorridi. Mi fissi nel silenzio della vigna come un sorso che si fa preghiera. E’ un’imboscata, lo vedi? Questo grappolo moro pieno di luce che si nasconde sotto foglie ruvide e asciutte come il muro di casa. Non ridere, non tremare, senti il vento. Dai calanchi argille e ginestre. Sul sentiero deciso dai tuoi occhi inciampo nelle parole che non dici. La vanità della fuga, un fiocco slacciato, finchè dinanzi alla cascina ti volti. Nella stalla un lume agita le forme - E’ mio babbo. E’ tardi, vai. Non dormire, non sognare, conta l’attesa. Piano fai scivolare un acino nel mio taschino già goccia di vino: l’azione della grazia scritta sulle tue labbra. Saprò aspettare. Ti aspetterò. Sezione 1 a tema fisso 4° Classificato Loreti Volmer Imola (Bologna)

 
 
 

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