Io, paola, ragazza disabile
- lorenzopriorepsico
- 19 set 2011
- Tempo di lettura: 1 min
Io, Paola, ragazza disabile Discendo dai fiordi stellari parabola imprevista di un firmamento stillai come sentimento buono dall’uva di mia madre. Mi posate sulle labbra effusioni di pane Perché ne gusti le eternità i grani così vivo nell’esiguità di un assaggio parto da pochi centimetri di inedito: distinguo lingue di una pace serpeggiante e argille ferme nelle mani di Dio. Io fiore celato nel mio abito musivo (una tessera dopo l’altra, il lento posarsi dei giorni) ho rifatto il catalogo della bellezza perché vi fermiate a me, semina nella notte, a questa rugiada incerta che mi vela occhi e pensieri e non chiarisce cosa c’è sotto. Anche domani il mio corpo partirà dall’alto da una genitura di pioggia e sole, sarà una poesia che precipita nella carne e suscita radici, sono Paola e mi chiamo attesa e desiderio. Io frantoio di un sorriso che vi olia di speranza ho differito la parola fino a quando il vostro orizzonte non scoppierà d’amore. Marco Righetti Roma
Comments