Filastrocca
- lorenzopriorepsico
- 1 gen 1999
- Tempo di lettura: 1 min
Eccoti il vino, succo divino d’acini neri, scacciapensieri: riempi i bicchieri per me e per te: tempo non c’è. Sciogli la briglia, lasciati andare; dalla bottiglia versa quel mare d’acqua vermiglia. E’ bello navigare con la nostra flottiglia e farci con le ossa trascinare lungo tutto lo scheletro, la ciglia, pelle, palato, lingua, labbra, bocca, naso, i remi premuti sullo scalmo, scivolare, abbrivare, in mare calmo, alta la prua, veloce, all’erta scocca, gonfia di vento limpido la cocca. Non si stanchino gli occhi di guardare la sciolta lucentezza, d’alluciare questo suo trasparente arrubinare. Chiudi la bocca prima d’annusare la sua schietta fragranza, il suo inebriare generoso che t’ammalia e t’abbocca. Schiocca la lingua se vuoi delibare. Sciacqua la gola, fallo fermentare nella glottide, fallo gorgogliare nella strozza il tuo vino. Poi ti scocca la sua rossa energia che fa sognare, inghiottire, per sua virtù, ingoiare. Attenta, attenta, non ti abbandonare, che s’alza l’onda e ormai più non si tocca. Questo sapore nella retrobocca, questo profumo di violacciocca, di susina selvatica e albicocca questo rosso portento che trabocca, questa dolcevinaria filastrocca, potremmo ancora più a lungo cantare e forse anche tornare a incominciare. Ma non c’è tempo. E’ tempo d’approdare. Sezione 1 a tema fisso: 2° Classificato Cadoni Efisio Villacidro –CA-
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