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Divintirambo

  • lorenzopriorepsico
  • 1 gen 2001
  • Tempo di lettura: 1 min

Sei stato tappato nel vetro, recluso, già pronto per l’uso, prodigio del mondo. Ti stappo, ti bevo, t’annuso. -Attento all’abuso!- E vuoto il bicchiere schioccando il palato, godendo all’insieme profumo di viole e fuoco del sole racchiuso che infiamma le vene. -Attento,- mi dici, -vai piano.- Ma il fuoco celato mi porta lontano, lontano, per mano mi tiene. E sia quel che sia, e sia quel che viene. Ancora ti bevo! Ti bevo a piccoli sorsi, a piccoli morsi e già sento volare, ronzare d’attorno fringuelli d’estate e api dorate d’estate. Sarà quel che vuole. E giù nel palato sapore fruttato, papille appagate, profumo di viole, sapore vinoso, corposo, orgoglioso. E giro giocondo, burattino nel mondo fintanto che bevo. Saranno spazzate le angosce passate del mondo presente, che tanto non mente il vino divino. E rido giulivo da solo. E’ ridendo che vivo! Ora finisce l’estate, dai grappoli al fuoco, un gioco, che libera al mondo rotondo, il sorriso… nel viso. Sezione 1 a tema fisso: 2° Classificato Zangrando Guido Mestre –VE-

 
 
 

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